Domande
La domanda, posta con rispetto e reale interesse, mi è arrivata spontanea.
Ero, dopo alcuni minuti di monologo con questa insegnante che mi vedeva per la prima volta, un po’ stufa del solito andamento: un elenco delle cose buone e meno buone, di ciò che funziona e ciò che non funziona, del ragazzo in oggetto.
Mentre ascoltavo alcune domande scorrevano nella mente: mi chiederà qualcosa? Le interesserà sapere cosa penso del futuro di mio figlio, in relazione al percorso con lei? Potrà mai arrivare una domanda…che so… lei signora cosa vede in suo figlio in questo inizio? Cosa si aspetta da me e dall’insegnamento della mia materia?
La risposta è retorica. No, non esiste la possibilità perché non abbiamo costruito una cultura del dialogo, tra famiglia e scuola, dove le domande possono avere spazio e valore.
Le domande che aprono….vie, scambi, conoscenze.
Continuiamo con la cultura delle barricate, tu insegnante di là, io genitore di qua. E li fioriscono giudizi, pregiudizi, attacchi, difese…
Mentre decido che dirò lo stesso all’insegnante quanto mi piacerebbe che mio figlio si potesse appassionare a ciò che lei insegna e osservo come l’espressione della signora cambia (forse ha realizzato che sotto c’è un apprezzamento e rispetto…) penso che sarebbe così interessante creare un nuovo campo di comunicazione, trovare nuove vie per ‘costruire ponti’ tra scuola e famiglia che facilitino il passaggio dei ragazzi da un sistema all’altro, come dice una mia maestra Marianne Franke….
E dove le domande confermano il loro valore.
E aprono.
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