4. SULL’ ALTALENA
Ho visto Nina volare
tra le corde dell’altalena
un giorno la prenderò
come fa il vento alla schiena…
F. De Andrè
Vi state chiedendo…..perchè l’altalena??
Ve lo racconto brevemente: in questi giorni mi capita di ascoltare persone che mi raccontano sensazioni di confusione, difficoltà ad orientarsi, cambi repentini di umore e di pensiero…..da momenti di fiducia e speranza ad altri, di ansia, timore o paura; da un’informazione a un’altra dissonante, da una lettura spirituale a considerazioni concrete e materiali.
Come essere su un’altalena.
Dopo esserci salita con una persona che accompagno, rispunta dalla libreria, dono di una paziente, proprio un saggio sull’ altalena!!
Leggo nel lavoro di R. Salinari “ L’altalena”, testo che approfondisce il profondo significato simbolico dell’oggetto conosciuto nella nostra infanzia, fin dalla notte dei tempi: ..in altalena ci si apre alla consapevolezza più profonda, alla ricomposizione dei sentimenti opposti.. il breve volo genera sia l’abisso verso il quale ci si getta, sia il cielo nel quale prima ci si eleva. La ‘vertigine’ dell’altalena è tale perché evoca la caduta che possiamo vivere come un precipitare in noi stessi… l’immaginazione dinamica unisce i poli: ci consente di capire che dentro di noi qualcosa si eleva quando un’azione viene approfondita e viceversa che qualcosa viene approfondito quando ci si innalza…. E così, in altalena, anche il nostro psichismo può trovare l’equilibrio tra l’immaginato e il conosciuto, tra un Mondo che è bellezza ed armonia nella nostra visone ed un Mondo che costruiremo come tale nella nostra esperienza”.
Non so se arriviamo lì, semplicemente vi allego una breve meditazione per sostenerci nei momenti di disorientamento e aiutarci a ’stare consapevolmente dentro’ a questo movimento.
Buona esplorazione!
Cristina
claudia pimpinelli
8 aprile 2020 at 17:16Grazie Cristina
i tuoi interventi sono sempre salutari
gli spunti di riflessione sono sempre preziosi
claudia
Ari
13 aprile 2020 at 15:05Cara Cris, interessante quello che hai scritto sull’altalena. A me ha fatto immediatamente pensare al primo movimento nella nostra vita umana, un’altalena tra la contrazione/il ritiro e l’espansione/l’apertura. Un movimento che ci accompagna poi ogni istante, il cuore che si contrae e si rilassa, il respiro che entra ed esce, le cellule che pulsano, l’intestino che impasta, gli occhi che si aprono e si chiudono. Tutto percepibile dal momento che c’è pressione o contro pressione, dove il nostro corpo (o l’organo del nostro corpo, o la cellula del nostro corpo) incontra un limite. Posso andare fino a lì, espandermi fino a lì, rilassarmi fino a lì e poi torno indietro, mi ritiro, mi contraggo. E il limite incontrato può essere una tensione di un muscolo, il contenimento di una membrana cellulare, la paura che percepisco. Con il tuo post hai aperto mille porte e ti ringrazio. E mentre tu starai leggendo il mio commento, può darsi che io stia praticando il movimento embrionale…un’altra altalena… Ti abbraccio